14 giu 2020Tempo di lettura: 1 min
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LA VOCE DEI RAGAZZI
Notizie, racconti e opinioni
Dustin Lee on Unsplash
#LaScuolaNonSiFerma
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Il vulcano Taal nelle Filippine ha eruttato una colonna di fumo e di cenere, causando gravi danni alle città vicine. Photo credit: Valérie Le Bouteiller@valochette on Unsplash
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La cenere trasportata dal vento ha coperto tutto nel raggio di più di 14 km: i campi, le case e persino gli animali. Photo credit: Egoexisto on Pixabay
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Oltre 16.400 persone hanno cercato riparo presso i centri di emergenza allestiti dalle autorità fuori dalle zone a rischio, ma l'ordine di allontanarsi dal raggio d'azione del vulcano riguarda in totale quasi mezzo milione di persone. Photo credit: Marc Szeglat on Unsplash
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Gli incendi in Australia non hanno risparmiato niente e nessuno: molte delle piante presenti solo in questo Paese stanno scomparendo e tra queste anche i vegetali e gli arbusti di cui si cibano gli animali simbolo della nazione. Questa tragedia infatti sta mettendo a rischio specie come il koala, il canguro e l’echidna. In seguito a questi eventi, tutta la catena alimentare e l’ecosistema dell’Australia muteranno. Photo credit: Tpsdave on Pixabay
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In Australia oltre 350 koala sono morti, dopo che gli incendi hanno distrutto migliaia di ettari dei loro habitat nel nord del New South Wales e nel sudest del Queensland. La popolazione locale si sta mobilitando per salvarli: il Koala Hospital di Port Macquarie ha in cura 31 esemplari recuperati in diverse località. I koala vengono reidratati e le loro ustioni vengono trattate con creme e fasciature. Fonte: Repubblica.it Photo credit: Simon Peel on Unsplash
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L’Australian Koala Foundation (Akf) negli scorsi mesi ha definito i koala funzionalmente estinti. Il numero di esemplari rimasti sarebbe infatti insufficiente a garantirne un ruolo significativo nell’ambiente. Fonte: Wired.it Photo credit: Roland Kay-Smith on Unsplash
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In Africa le locuste hanno devastato i campi coltivati. Dopo essere arrivate in Somalia dallo Yemen a metà luglio, hanno invaso il Corno d’Africa e hanno raggiunto molte altre zone del continente. Photo credit: Joshua Hoehne on Unsplash
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Decine di migliaia di ettari di terreno coltivabile sono stati distrutti dalle locuste del deserto nell'invasione più drammatica degli ultimi 25 anni. La situazione è molto più grave di quanto l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) avesse previsto in precedenza ed è aggravata da piogge fuori stagione e da inondazioni in tutta l’Africa orientale che hanno ucciso centinaia di persone negli ultimi mesi. I responsabili di questi eventi sono, anche in questo caso, i rapidi cambiamenti climatici che interessano la regione. Fonte: Repubblica.it Photo credit: Edleony on Wikimedia
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Quasi 4 milioni di bambini che vivono in Kenya, Etiopia e Somalia stanno già soffrendo la fame e sono a rischio di ulteriori deprivazioni a causa di questa catastrofe. Photo credit: Aldon Scott Mc Leod on Free images
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Non appena cala il sole e le ultime luci abbandonano la città di Ambra colorando di rosso il cielo, tutti gli abitanti corrono a rifugiarsi. Non importa dove vadano, non importa come lo facciano: l’importante è nascondersi. Dopo tutto quel trambusto, su Ambra calano le tenebre. Le ombre che si allungano sui marciapiedi o sulle buie strade della città sono bianche e girano come fantasmi per i vicoli e i viali nella notte nera. Ognuna di esse ha un nome. Le più temute e conosciute dalla gente del posto, però, sono Giudizio, Fobia, Odio, Solitudine e Nulla. Tutte sono apparentemente diverse, ma hanno in comune due aspetti: incutono paura e sanno convincerti che ogni abitante della città ti odi per come sei e per il tuo carattere. Chiunque le incontri per strada finisce per rinchiudersi in casa, lontano da tutto e da tutti, a piangere e a cercare una possibile forma di se stesso che piaccia a ciascuno degli altri abitanti. Ognuno perde così la propria essenza e si trasforma in una delle ombre fantasma della città.
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Ero alla fine del mio avventuroso viaggio. Mi ero sempre chiesto se ci sarei mai arrivato. L’ultima meta era davanti a me: Resmini, la città delle ombre. Avventurarsi in questa città non è semplice, chi è passato da queste parti non ha fatto più ritorno. Solo in pochi sono riusciti a raccontare di esserci stati. In quel momento preferivo pensare che chi non era tornato avesse scelto di restare a Resmini per la sua bellezza. Entrai dalle porte della città e mi ritrovai davanti ad un'immensa piazza con una pavimentazione bianca e nera a scacchiera. Dall'altra parte di fronte a me stava la figura inquietante di un uomo con un cappuccio sulla testa. Impossibile vedere il suo volto. Vicino a lui c'era un’ombra: non era quella di un incappucciato, ma aveva vita propria. Dietro di loro c’era un lungo muro, al di là di questo un veliero, che speravo potesse portarmi via da quel luogo d’angoscia, e poi un’immensa torre attorniata da colonne. Sopra tutto un cielo azzurro. L'ombra si mosse verso di me e mi sussurrò di procedere sulla scacchiera. L’importante era mettere i piedi sulla mattonella giusta, altrimenti sarei precipitato, sarei diventato un'ombra proprio come lui e sarei stato rinchiuso nella torre. Chiusi gli occhi e seguii l’istinto. Possibile? Durante il mio viaggio ero scampato a tanti pericoli usando intelligenza e astuzia e adesso a decidere della mia vita era semplicemente la fortuna. E la fortuna quel giorno fu mia amica perché mi trovai al limite estremo della scacchiera davanti all'uomo incappucciato che mi indicò il veliero. Dovevo salire a bordo e lasciare Resmini. Andai al di là del muro verso il mare e allora quella città di luci e ombre mi sembrò bellissima.
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Ero sulla mia nave alla ricerca della città di Oreste e Pilade. Per trovarla si dice sia necessario avere molta fiducia. Io proseguivo diritto, quando, da lontano, finalmente la vidi. Era su un’isola, la raggiunsi subito. Non era molto grande e si vedeva solo una casa. Non lontano c’erano Oreste e Pilade. Sbarcai e andai subito da loro: mi vennero incontro e cominciarono a parlarmi. Oreste disse: «Hai trovato la fiducia in te stesso». Pilade continuò: «Esatto… E per scoprire tutta la nostra città dovrai avere la piena fiducia in te stesso e anche in noi». Man mano che camminavamo, vedevo la città costruirsi. Ad un tratto però qualcosa vacillò in me, tutto si fermò e le case cominciarono a sparire. Oreste e Pilade diventavano sempre meno concreti. Mi trovai costretto a scappare. Ma da cosa? Feci appena in tempo a salire sulla mia nave. Quando mi voltai, la città era scomparsa per sempre.
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