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La didattica a distanza vista dai ragazzi

Aggiornamento: 14 giu 2020



In questo periodo così difficile, con la didattica a distanza siamo diventati tutti un po’ esperti di computer. Con fatica e metodi differenti abbiamo comunque imparato molte cose nuove e abbiamo capito che la tecnologia è un bene prezioso che non va sprecato, ma utilizzato nel miglior modo possibile.

L’emergenza sanitaria ci ha costretti a rimanere in casa, lontani dalla scuola, dai compagni, dai parenti e dagli amici. Abbiamo avuto nostalgia di tutti.

La possibilità di vederci e parlare, anche se solo in videoconferenza, ci ha fatto sentire meno lontani e un po’ meno soli.

Carolina



La quarantena per me è stata un momento difficile, per molte ragioni.

Per quanto riguarda la scuola è stato più difficile con le materie prevalentemente pratiche, mentre meno difficile per quelle di studio. È per me più facile apprendere queste ultime; mi è, inoltre, mancata molto la conversazione tra professore/alunno, alunno/professore, etc.

Ringrazio molto i docenti e le Madri per averci ugualmente fatto continuare il percorso.

È una fortuna che ora ci si possa vedere anche con i mezzi digitali: vederci e continuare la nostra didattica.

Spero di rivedere tutti presto.

Ludovica



Il 2020 è stato un anno scolastico particolare: non lezioni in classe, ma didattica a distanza. Che dire? Come tutte le novità la didattica a distanza è stata accolta all'inizio con prudente curiosità. Dapprima è parsa piacevole per la gestione più libera dell’orario, la maggiore autonomia nella pianificazione dei tempi, l’apprendimento dell'utilizzo dei sistemi informatici. Poi sono emersi i lati negativi: primo fra tutti il non potere stare insieme, poi il non poter spartire gli spazi e il tempo-scuola, che non è solo seguire le lezioni, ma anche condividere emozioni ed impressioni. Quindi, nonostante l’impegno di insegnanti e studenti, questa esperienza, per me, non è stata particolarmente felice: preferisco vivere la scuola!

Anna



A settembre ho cominciato la prima media immaginandomi un percorso pieno di novità, di tante cose da scoprire e imparare e di nuove persone da conoscere, sia compagni che insegnanti.

A gennaio tutto ciò che si era creato intorno a me mi piaceva e mi rendeva serena.

Poi, durante le vacanze di Carnevale, l’improvviso “cambiamento di programma” a causa di un virus che contagia velocemente e in maniera pesante: vietato uscire, andare a scuola, vietati tutti i contatti con persone che non vivono nella stessa casa.

Zii, nonni, amici, compagni e professori potevamo vederli solo attraverso uno schermo.

Allora tutti abbiamo dovuto reinventarci le nostre abitudini quotidiane. Per noi ragazzi delle scuole è stata prevista una “didattica a distanza”. All'inizio non è stato semplice: qualcuno non aveva un computer personale a disposizione e doveva condividerlo con i fratelli o con i genitori che lavoravano da casa, altri hanno dovuto usare sempre il cellulare; abbiamo dovuto fare i conti con le connessioni non sempre stabili. Ma alla fine, nonostante le difficoltà, tutto è andato per il verso giusto.

Personalmente questo tipo di didattica mi è piaciuta e trovo che abbia funzionato: ho imparato ad organizzarmi con gli orari per assistere alle lezioni, per fare i compiti, ascoltare le audio lezioni e prendere appunti e infine studiare per le verifiche o le interrogazioni. Sono diventata più autonoma rispetto a prima e ho anche imparato ad usare le e-mail e altri strumenti informatici.

Forse per i professori è stato molto più faticoso: dovevano preparare un sacco di materiale in più.

In ogni caso spero che questa esperienza, comunque positiva, si concluda qui. A settembre, per quanto possibile, vorrei tornare alla normalità: andare a scuola e vedere i miei compagni e i professori personalmente.

Bianca



All'inizio delle scuole medie, anche se conoscevo già la maggior parte dei miei compagni, ero smarrita e spaventata all'idea dei nuovi insegnanti che avrei incontrato.

Non sapevo che cosa sarebbe stato del mio futuro e tutto mi sembrava difficile.

Ora, giunta alla fine di questo percorso, sono felice perché sto per intraprendere una nuova esperienza e sono certa che lo farò con più sicurezza, portando nel cuore persone e momenti indimenticabili. Lascio gli amici e un ambiente che conosco da anni decisamente cresciuta, maturata e soddisfatta delle mie scelte.

Ogni rimprovero, parola e insegnamento da parte dei professori è stato fondamentale: i docenti non mi hanno solamente accompagnata nel mio percorso scolastico, ma sono stati soprattutto delle guide nel cammino della vita. Mi hanno infatti insegnato che il rispetto e l’educazione stanno alla base di ogni rapporto umano e che si può imparare molto anche scherzando e divertendosi.

In questo periodo, con la pandemia di Covid 19, non ci si è potuti vedere di persona ed è stato tutto più difficile, però abbiamo lavorato lo stesso molto e sono pienamente soddisfatta dell’esperienza che abbiamo intrapreso insieme.

Yasmine


La pandemia di Coronavirus ha costretto tutti gli italiani a non poter uscire di casa, se non per urgenze, quindi anch'io in questi mesi non sono potuto andare a scuola. Questo ha comportato lezioni online con tutti i miei professori. Fin da subito mi sono trovato benissimo: tutti i giorni ho potuto comunicare e interagire con loro. Gli insegnanti mi hanno molto sostenuto e supportato e non mi hanno mai lasciato solo. Per me è stato l’ultimo anno insieme a loro: li porterò sempre nel mio cuore e nei miei pensieri. Viva l’Istituto Canossiane: non solo una scuola, ma una seconda casa.

Dimitri



La didattica a distanza mi ha fatto capire che, anche in un periodo difficile, se i professori sono veri, riescono a trasmettere comunque il loro sapere con emozione. In questa esperienza, per me la scuola Canossiane ha fatto tutto ciò che era possibile per permetterci di concludere questo ciclo al meglio.

Leonardo



Durante questo periodo di quarantena la scuola si è dovuta attrezzare per farci completare il percorso didattico iniziato. Con un po’ di difficoltà siamo riusciti ad organizzare le prime lezioni. Mi ricordo che inizialmente facevamo solo i corsi facoltativi in lingua, poi siamo “tornati” a scuola. Noi di terza, prima di questa emergenza, eravamo molto impegnati e lo siamo tuttora, quasi come quando andavamo a scuola: abbiamo ripreso i ritmi normali, anche se diversamente. Da questa triste esperienza la scuola però non deve ricavare solo idee e pensieri negativi: con questa pandemia abbiamo tutti imparato a usare perfettamente la tecnologia, che avevamo già prima, ma che non immaginavamo ci sarebbe servita così tanto un giorno. Le lezioni fisiche, tuttavia, sono ciò che mi manca di più.

Pietro



Penso che non dimenticherò mai il 21 febbraio 2020, il giorno in cui è cominciato l’incubo che abbiamo vissuto e da cui non siamo ancora completamente usciti. La paura, l’incertezza e la preoccupazione hanno sconvolto improvvisamente le nostre giornate, le nostre vite.

Con il passare dei giorni però qualcosa stava cambiando. Ho ricominciato, grazie alla tecnologia, alla mia scuola, ma soprattutto ai miei professori, a vedere i compagni, a parlare e scherzare con loro e a fare lezione… Insomma a ritornare, anche se in modo diverso, alla quotidianità.

Mi manca molto essere a scuola, ma, anche in questa situazione, si possono trovare dei lati positivi. Con la didattica a distanza, dopo qualche difficoltà iniziale, ho imparato ad utilizzare il computer: scrivere le mail, registrare audio, partecipare alle video lezioni con varie password e id, scaricare i compiti, tutte cose che prima non sapevo fare.

Possiamo infine ricordare che la solitudine e la reclusione che in questo periodo abbiamo affrontato negativamente sono state l’ispirazione e la condizione che hanno portato alcuni poeti a scrivere molte delle loro più importanti opere: pensiamo, ad esempio, a Giacomo Leopardi e alla sua solitudine causata dalla reclusione voluta dal padre, oppure a Emily Dickinson, che ha sempre attribuito caratteristiche positive alla solitudine che favoriva l’immaginazione e portava alla felicità. Non si può essere felici senza fantasia.

Giulia


Come è accaduto alla maggior parte degli alunni, credo che ciò che mi è mancato di più sia il contatto fisico con i miei compagni e con i professori… Anche solo quell'abbraccio da parte di un tuo compagno\a, se avevi preso un brutto voto, che, magari, ti faceva ritornare il sorriso. Ora, se prendi un brutto voto, al termine della lezione online rimani solo con i tuoi pensieri, senza nessuno amico che sia lì a confortarti.

Mi è mancato anche il suono della risata dei miei compagni nei momenti felici: certo, adesso possiamo sentirlo attraverso le chiamate, ma è modificato delle linee telefoniche, quindi non ci dà più quel brivido che ci trasmette serenità e felicità.

Mi manca aver vicino i miei compagni e non sentirmi mai da sola perché, anche se certe volte ci possono essere litigate, alla fine ci vogliamo molto bene, più di quello che pensiamo, e in questi mesi l'abbiamo capito.

Dall'altra parte questo periodo mi ha permesso di conoscere e apprendere ciò che ci riserva il futuro: fra qualche anno la tecnologia sarà presente in quasi tutti i momenti della nostra giornata e iniziare a conoscerla e imparare ad usarla è un punto di forza per affrontare il futuro.

Un altro aspetto positivo è sicuramente lo sforzo necessario per affrontare questo genere di lezioni online perché è molto più facile distrarsi e si è portati a pensare: "questa cosa non mi riguarda, allora non ascolto" e si inizia a fare tutt'altro. Anche se mi ci è voluto tanto impegno, alla fine ho avuto un risultato positivo: quest’esperienza mi aiuterà l'anno prossimo a stare più concentrata durante le lezioni in classe.

Maddalena

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